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17/052019

Efficienza energetica e immobili, lo stato dell'arte in Italia

del 17/05/2019

Il tema dell’efficienza energetica è sempre più importante per il mercato immobiliare italiano. E, in tal senso, val certamente rammentare come la relazione sia legata strettamente a doppia via, considerato che il futuro dell’ambiente passa anche, e per certi versi soprattutto, dall’edilizia. Dunque, sebbene investire sulle classi energetiche più performanti sia certamente una delle linee guida più raccomandabili da seguire, ci si può evidentemente e legittimamente domandare a che punto sia l’immobiliare italiano in tal senso.

A darci una risposta puntuale, con dati piuttosto recenti e particolarmente attendibili, è ora un recente report e qualche dichiarazione di commento che andiamo brevemente ad analizzare.


Le dichiarazioni

Completiamo l’analisi citando alcune delle più recenti dichiarazioni da parte di esponenti di riferimento in questo settore, come il presidente dell’Enea, Federico Testa, che nonostante qualche segnale di miglioramento ricorda come la “cultura del risparmio energetico nell'immobiliare e della riqualificazione energetica non sono ancora diventati una vera pratica sociale”. Lo stesso Testa sottolinea poi come però “dopo anni di timidezza e di scarsa attenzione, il settore immobiliare inizia a riconoscere la valenza dell'efficienza energetica”.

La pensa più o meno allo stesso modo anche Franco D’Amore, vice presidente I-Com, che sottolinea come “dopo cinque anni, quest’anno finalmente vediamo andamenti positivi.

Fino all’anno scorso vedevamo un grossissimo peso della classe G”. Forse, considerata anche la presenza di sgravi e di benefici fiscali, la tendenza contemporanea fa segnare un aumento nelle classi energetici più performanti, ovvero quelle che possono assicurare un più significativo risparmio in bolletta, sancendo il conseguente svuotamento delle classi meno performanti.

Peraltro, come ha infine sottolineato D’Amore, “il governo italiano ha presentato il Piano Energia e Clima 2030. Gli obiettivi sono veramente sfidanti: 180 miliardi di euro di investimento. Bisogna però cambiare passo per realizzare questi investimenti. Va soprattutto aggredito alla radice il tema dell’accesso al credito. Tutti gli strumenti che possono agevolare questi investimenti vanno messi in campo”.